Vini e liquori liguri

Vini e liquori liguri

Il vino ligure è prodotto da piccole cantine eroiche che nonostante il territorio scosceso riescono a coltivare la vite con il sistema dei terrazzamenti, delle strette fasce di terra costruite lungo i pendii. Nella regione si beve sempre bene e, oltre al vino ligure, i liquori della Liguria stanno riscontrando sempre più apprezzamenti, non ultimo il riconoscimento internazionale al classico amaro genovese, l'Amaro Camatti premiato come miglior Amaro al mondo.

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Ulteriori informazioni su Vini e liquori liguri

Il territorio della regione ha condizionato molto le possibilità produttive del vino ligure: la conformazione orografica, con i pendii che scendono ripidi al mare, ha fatto sì che la viticoltura della Liguria fosse concentrata soprattutto nella stretta fascia costiera e, nonostante gli sforzi dei contadini con i tipici terrazzamenti, la coltivazioni non sono mai state estese. Se un tempo questo poteva essere visto come un limite oggi permette alle piccole cantine locali di mantenere una propria originalità per concentrarsi sulle qualità caratteristiche che le rendono uniche nel panorama italiano. 

Lo sviluppo di una tradizione di liquori locali si deve, ancora di più rispetto al vino, ad iniziative private e pertanto sono l’etichetta e il brand a farla da padrone: non si può non citare l’Amaro Camatti che dopo più di un secolo dalla nascita è ancora uno dei tonici e digestivi preferiti dai genovesi. E negli ultimi anni stanno crescendo giovani realtà, come quella del Basanotto (liquore ligure a base di basilico, salvia e chinotto), che speriamo che negli anni possano diventare dei nuovi classici.

I VINI TIPICI LIGURI

Il vino ligure è diverso da Ponente a Levante e ogni area della regione ha dei vitigni autoctoni la cui tradizione non si è sviluppata nelle province vicine. Solo il vermentino è l'unico vino che si può trovare da Imperia a La Spezia; tuttavia anche per questo vino vale lo stesso discorso e i vari vermentini liguri si differenziano per sapori e profumi.

I vini della Provincia di Imperia

Territorio che, per prossimità geografica, ha subito maggiormente l’influsso piemontese e del sud della Francia. Ad esempio, il vino rosso Ormeasco è parente del Dolcetto e lo stesso Rossese, il più caratteristico vitigno dell’area, potrebbe essere stato importato anticamente dalla famiglia nobile dei Doria nei propri possedimenti dalla Francia.

I vini DOC della Provincia di Imperia sono:

- Pornassio o Ormeasco di Pornassio DOC. Le cui tipologie possono essere: passito, passito liquoroso, rosso, rosso superiore, sciac-trà (è un rosato, da non confondere che il più famoso passito Sciacchetrà delle Cinque Terre).

- Riviera Ligure di Ponente DOC. Vitigni: Granaccia, Moscato bianco, Pigato, Rossese e Vermentino.

- Rossese di Dolceacqua o Dolceacqua DOC, di questo esiste anche la tipologia “superiore”.

I vini IGT della Provincia di Imperia sono:

- Terrazze dell’Imperiese IGT. I vitigni di questa denominazione sono: Pigato, Rossese e Vermentino.

I vini della Provincia di Savona

Condivide con la vicina provincia di Imperia la diffusione di alcuni vitigni, come il Vermentino e il Pigato, che rientrano nella comune DOC “Riviera Ligure di Ponente”.

I vini DOC della Provincia di Savona sono:

- Riviera Ligure di Ponente DOC. Vitigni: Granaccia, Moscato bianco, Pigato, Rossese e Vermentino.

I vini IGT della Provincia di Savona sono:

- Colline Savonesi IGT, di cui vitigni Granaccia e Lumassina.

I vini della Provincia di Genova

Procedendo verso levante scompaiono gradualmente i vitigni Rossese e Pigato, mentre resiste il Vermentino (diffuso in tutta la regione), ma fa la sua comparsa, tra i bianchi, la caratteristica Bianchetta Genovese (vitigno Albarola) che è ancora coltivata nel quartiere cittadino genovese di Coronata, mentre per l’uva a bacca nera, il Ciliegiolo (che è preponderante negli uvaggi dei rossi locali).

I vini DOC della Provincia di Genova sono:

- Golfo del Tigullio-Portofino o Portofino DOC. Vitigni: Bianchetta Genovese, Ciliegiolo, Dolcetto (utilizzato assieme al Ciliegiolo), Moscato bianco, Scimiscià, Vermentino.

- Val Polcevera DOC. Diverse tipologie, dal bianco al rosso fino ai passiti, anche vini frizzanti. I bianchi sono prodotti con un uvaggio di Bianchetta Genovese e Vermentino mentre i rosati e i rossi sono prodotti con un uvaggio di Ciliegiolo, Dolcetto e Sangiovese.

I vini IGT della Provincia di Genova sono:

- Colline del Genovesato IGT, che può essere bianco oppure nella tipologia Granaccia.

I vini della Provincia di La Spezia

Impossibile non citare subito il vino delle Cinque Terre che più di ogni altro ha dato vita all'immaginario viticultura eroica: lo Sciacchetrà è prodotto coltivando l'uva in stretti terrazzamenti al picco sul mare, senza l'aiuto di macchinari se non una monorotaia che si inerpica su tra i vigneti. Ma in provincia di La Spezia si trova anche il paesaggio vinicolo più esteso della regione conosciuto con la DOC “Colli di Luni”, che sconfina nella vicina provincia di Massa e Carrara (e la contiguità con la Toscana può aver sicuramente aiutato).

I vini DOC della Provincia di La Spezia sono:

- Cinque Terre e Cinque Terre Sciacchetrà DOC. I tre vitigni tradizionali sono Albarola, Bosco e Vermentino: da questo uvaggio si producono vini bianchi e il celebre passito Sciacchetrà.

- Colli di Luni DOC. Tipologie: Albarola, bianco (uvaggio Trebbiano Toscano e Vermentino), rosso (Sangiovese), rosso riserva, Vermentino, Vermentino superiore. 

- Colline di Levanto DOC, nelle tipologie: bianco (uvaggio Albarola, Bosco e Vermentino), novello, rosso (uvaggio Ciliegiolo e Sangiovese) e Vermentino.

I vini IGT della Provincia di La Spezia sono:

Liguria di Levante IGT. Vitigni principali: Canaiolo Nero, Ciliegiolo, Malvasia, Merlot, Pollera Nera, Syrah, Sangiovese, Trebbiano Toscano.

I VITIGNI LIGURI

Più bacche bianche che nere (circa 65% contro 35%), con una predominanza del Vermentino, diffuso in tutta la regione e che raggiunge quasi il 25% sul totale degli ettari coltivati a vite in Liguria. I vini bianchi caratterizzano maggiormente le province di Genova e La Spezia mentre nel ponente si concentra la produzione dei rossi, grazie anche alla presenza del rinomato “Rossese”. Qui di seguito trovi una selezione dei vitigni tipici che danno vita al vino ligure.

Albarola

Vitigno del Levante ligure, è probabilmente di origine toscane mentre è sicuro che lo conosci con un altro nome, ovvero “Bianchetta”. Infatti nel genovesato assume questa denominazione ed è ancora coltivato nei vigneti cittadini di Coronata e nella Val Polcevera. Alcuni autori sostengono che la bianchetta genovese sia proprio di origine della Val Polcevera. Nel Golfo del Tigullio assume il nome di “Albarola” ma la sua uva è comunque utilizzata per produrre un vino chiamato “Bianchetta del Golfo del Tigullio”, un bianco dal sapore secco ma morbido, sapido con un odore intenso e note fruttate (di questo vino ne esiste anche una tipologia frizzante). Oltre che nelle già citate Doc di “Val Polcevera” e “Golfo del Tigullio”, l’uva albarola è presente in diverse proporzioni anche nei vini “Cinque Terre”, “Cinque Terre Sciacchetrà” e “Colline di Levanto”.

Barbarossa

Anticamente considerato ottimo sia per produrre uva da tavola che per la vinificazione, purtroppo è un vitigno ormai quasi scomparso che trova ancora qualche testimonianza nelle province di Genova e Savona, con cloni nel ponente (finalese) che prendono il nome di “Verdoni” o “Verduna”.

Bosco

Si racconta che la nascita di questo vitigno si debba a un certo Bonfiglio che, prendendo dei tralci nelle proprietà genovesi dei marchesi Durazzo, lo piantò a Riomaggiore. Proprio nelle Cinque Terre questa uva ha trovato la sua fortuna diventando una delle colture che caratterizzano quel magnifico territorio fatto di terrazzamenti a picco sul mare, un paesaggio che è stato costruito con fatica nei secoli dagli abitanti del luogo: qui l’uva si raccoglie tuttora grazie all’eroica caparbietà di coltivatori, il cui unico aiuto meccanico è una suggestiva monorotaia che li permette di spostarsi per le fasce.
Questa uva è presente nei vini Doc “Colline di Levanto”, “Val Polcevera”, “Cinque Terra” ma soprattutto nello “Cinque Terre Sciacchetrà”. Lo Sciacchetrà è fatto con uvaggio Bosco, Albarola e Vermentino, la cui uva dopo la raccolta è lasciata ad appassire sui graticci per ottenere un vino che è un vero elisir.

Ciliegiolo

Deve il suo nome al suo bouquet e al colore che richiama la ciliegia. È un vitigno che si è diffuso nel Levante, con una maggiore concentrazione nell’entroterra del Tigullio e con una qualche presenza nello spezzino. Può essere vinificato in purezza (“Val Polcevera” e “Golfo del Tigullio”) oppure in uvaggio con Sangiovese o Dolcetto (“Colli di Luni” e “Colli di Levanto”). Nel bicchiere un vino rosso le cui qualità sono soprattutto una piacevole intensità di profumi fruttati e un carattere minerale, che eredita dal territorio locale e dall’influenza del mare; può anche essere vinificato in rosa.

Granaccia

Molto probabilmente potresti aver bevuto un vino ottenuto da questo vitigno (Alicante, Cannonau, Tocai Rosso, Garnacha, ecc…) ma la Granaccia ligure è unica nel suo genere, un vitigno raro che si coltiva solo nel savonese e che ha sviluppato una sua identità soprattutto dopo l’Ottocento quando il vitigno fu innestato e reimpiantato per contrastare la fillossera: da quel momento i suoi grappoli si rimpicciolirono concentrando al massimo negli acini tutte le caratteristiche organolettiche. Uva che si tende a vinificare in purezza, dà vita a un vino corposo e tannico, con leggere note speziate.

Lumassina

Vitigno che ha una presenza storica nella regione, già forse a partire dal 1300. Si trova principalmente nella zona del savonese. Per molto tempo è stato l’uvaggio più usato per fare i vini tavola tipici locali, “nostralini” (un altro era il Bosco). Il nome deriva dall’abbinamento con le lumache, “lumasse” in dialetto, e in certe posti è anche chiamato “Mataossu” perché come i “matti” (ovvero i bambini) è un vitigno che non raggiunge mai una piena maturazione: per questo è anche vendemmiato più tardi. Può essere assemblato con altre uve oppure si può ottenere in purezza un vino - “Igt Colline Savonesi” - dal sapore asciutto e piacevolmente acidulo. Esiste anche una versione spumante.

Ormeasco

Parente stretto del Dolcetto, tanto che è ancora dibattuta la questione tra i due vitigni quale sia l’originale e quale sia il discendente. Lo coltivano solo esclusivamente nei terreni intorno a Pornassio, in provincia di Imperia, a quote di altitudine abbastanza elevate tra i 400 e gli 800 metri sul livello del mare. Il suo vino è caratterizzato da un colore vivo, un sapore asciutto e con una gradevole sorpresa amaricata finale. Si presta bene all’invecchiamento. Da questo vitigno si ottengono anche dei vini passiti e si fa lo “Sciac-trà” che però non è da confondere con quello delle Cinque Terre: in questo caso si tratta di un vino rosato.

Pigato

Tradizione vuole che il suo nome lo si debba alla tipica macchiettatura (“pigau” in dialetto) dei suoi acini. È tipico del Ponente ligure dove si trasforma un vino bianco secco, dal colore giallo paglierino. Il sapore del suo vino è persistente ma morbido, leggermente sapido. Il suo profumo ti regala un’esperienza sensoriale completa: dalle note fruttate di pesca matura, si può passare a sentori floreali ed erbacei di campo, con un finale di muschio e sottobosco. È un vino molto versatile e amato dai locali, che lo presentano assieme a piatti diversissimi, sia primi di pasta al pesto che secondi di pesce.

Rollo

Vitigno storico delle aree circostanti a Genova i cui frutti sono utilizzati in uvaggio per produrre il vino bianco Doc “Val Polcevera”, caratterizzato da un sapore sapido e secco con note del territorio. Probabilmente è un vitigno che arriva dalla Francia, dove è conosciuto in Costa Azzurra anche come “Rolle” o “Verlantin”: lì è molto apprezzato per accompagnare piatti di pesce, come cozze e grigliate. Se una volta la sua coltivazione era abbastanza diffusa perché aveva una buona resa, oggi è sempre meno presente sulle colline di Genova.

Rossese

Sulle alture della valle che sale dalla costa, tra Ventimiglia e Bordighera, si trova il borgo di Dolceacqua, luogo che è legato indissolubilmente a questo vitigno che ben si è adattato nel tempo ai quei terreni calcarei e sassosi che caratterizzano la zona: si pensa altresì che il nome rossese derivi dal termine “roncese” (ovvero roccioso) anche se altre testimonianze sostengono che il nome sia da attribuirsi all’antico colore dell’uva, che a differenza di oggi, in certi casi presentava sfumature rosa su tonalità chiare. Presente a Dolceacqua almeno dal 1500, periodo a cui risalgono le sue prime testimonianze scritte, si trova anche in altre parti della Riviera di Ponente - ad esempio Albenga - dove però esprime un vino di meno struttura adatto anche ad accompagnare il pesce. Il Rossese di Dolceacqua è un vino rosso rubino, dal sapore aromatico ma morbido.

Scimiscià (Cimixà)

Vitigno autoctono e antico, che era tipico dell’entroterra del levante genovese - ad esempio in Val Fontanabuona - mente oggi è raro e ha anche rischiato di perdersi finché non è stato riscoperto negli anni novanta. Nei secoli scorsi era molto apprezzato per la qualità delle sue uve e per questo motivo era utilizzato in uvaggio per migliorare il risultato finale. Dà vita a un vino bianco secco, fresco e sapido con profumi intensi ed eleganti, con note fruttate e di sottobosco.

Vermentino

È partito dalla Spagna e dopo aver girato mezzo Mediterraneo (Corsica, Toscana e Sardegna) questo vitigno ha trovato anche in Liguria un ambiente adatto dove mettere le proprie radici. Molto diffuso in tutta la regione, il suo vino si differenzia sia da suoi  ma anche sensibilmente in tutte le sue versioni locali e, per esempio, un “Vermentino Colli di Luni” è diverso da un “Vermentino Riviera di Ponente”. Pertanto è difficile stilare un profilo che descriva precisamente una tipologia regionale, si tratta però in generale di un vino bianco sapido, minerale, con una buona acidità.