Acciughe sottosale nostrane lavorate artigianalmente a mano da Michele Senno, acciugaio titolare del laboratorio locale L’Anciua che ha imparato il mestiere da suo nonno, vecchio pescatore di Sestri Levante. Michele al mattino sceglie le acciughe arrivate al porto e le lavora ancora freschissime, pulendole di testa e interiora per poi metterle a maturare qualche mese sotto sale: quando sono pronte le invasetta.
Acciughe sotto sale: come pulirle e in quali ricette usarle
Le alici salate sono una specialità tipica italiana comune a tutte le culture gastronomiche del nostro paese. Sono facili e pratiche da usare in cucina, sempre pronte: ti basterà prendere dal vasetto la quantità giusta di acciughe sotto sale, passarle sotto l’acqua corrente, quindi sfilettarle togliendo la lisca centrale; a questo punto è consigliato di passare nuovamente le acciughe sotto l’acqua e di asciugare bene, infine di condirle e di lasciarle qualche ora a insaporire. Si possono servire così al naturale come antipasto oppure da accompagnare con dei crostini (o del pane) e del burro. Uno stuzzichino semplice e veloce da preparare per l’antipasto sono i filetti di acciughe arrotolati: dopo aver dissalato le alici e averle sfilettate si arrotolano intorno a pistacchi, mandorle, olive, capperi o pomodori (dipende da cosa piace a te) e poi si lasciano qualche ora a insaporire nell’olio extravergine; quando le vogliamo portare in tavola si possono servire così in un piatto oppure su dei crostini. Queste acciughe si abbinano con vini bianchi locali freschi come la bianchetta genovese.
Le acciughe sottosale sono utilizzate in una ricetta tipica della Riviera di Ponente, la focaccia sardenaira o pissalandrea. La sardenaria è tradizionale di Sanremo ed è una focaccia alta condita con pomodori, cipolle, olive taggiasche, capperi, origano e acciughe dissalate: si chiama sardenaira perché probabilmente le prime versioni prevedevano l’utilizzo delle sardine al posto delle acciughe, mentre l’altro nome “pissalandrea” o “pizza all’Andrea” è usato nel resto della Riviera perché c’è la leggenda che deriverebbe dal fatto che l’inventore di questa focaccia sarebbe nientemeno il celebre ammiraglio Andrea Doria (cosa molto difficile…)